ti credevo più romantico

Sunday, October 22, 2006

Attenzione attenzione: nuovo allarme profumera! Per chi non lo sapesse le profumere sono le fanciulle che in un primo tempo si mostrano inequivocabilmente disponibili e poi, sul più bello, si negano. Io le colleziono. Sono a quota millequattrocentossessantasei.
Insomma, vagavo sulla mia Lambretta in questa bella e silenziosa domenica mattina, per le strade mezze assolate di Roma. Quando… chi ti vedo? C’era questa ragazza con una gonnellina svolazzante bianca. Ora, se mi chiedete:
- Gerry, che tipo di donne ti piace?
Io rispondo:
- Mi piacciono quelle con l’encefalogramma che fa bip… bip… bip…
Un solo prolungato biiiiiip è invece un deterrente al novanta per cento. Novanta, sì. Al mondo è giusto dare a tutte una possibilità.
Insomma, c’era questa femmina che camminava sul marciapiede con la sua gonnellina svolazzante. Allora inchiodo con la mia Lambretta e scendo con la delicatezza dei guerriglieri, ma senza passamontagna. Quella si spaventa.
- Ciao – dico io.
Lei mi riconosce:
- Signor Bellotto, è lei?
Allora sai sempre che in quel caso devi inventarti una scusa. Devi dire una cosa per conquistarla. La prima che ti viene in mente. In casi estremi anche un rutto va bene. Ma forse avevo qualche carta migliore:
- Ciao, bella bambina.
Forse era meglio un rutto.
E infatti non è che l’ha presa bene. E mi risponde sostenendo che sono un sfacciato, e allora m’arrabbio pur’io… e sì, vabbè, dite tutte così, ogni scusa è buona per rifiutare un uomo, siete tutte uguali voi donne, sì, insisti pure, scrolla la testa, fai pure no no, già, d’accordo, sei una suora delle Orsoline, Ok, una suora delle Orsoline, e allora? Io sono un comico, ma non è che vado in giro a dire: Lei non sa chi sono io! Sì, voto di castità… voto di castità… Certo che se il mestiere che uno fa nella vita deve diventare un pregiudizio…
Niente, proprio non mi dà retta. Mi gira le spalle ed entra in Chiesa.
E così sono millequattrocentossessantasette.

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3 Comments:

Anonymous Anonymous dice...

A tutti i fans di Gerry Bellotto… leggete che bestia untuosa è il vostro beniamino. Sto mangiando in trattoria con quattro colleghi, per lo più incazzati per il rientro dalle ferie. Lui entra e mi saluta e mi stringe la mano. Sicuramente mi ha scambiato per qualcun altro. Eppure ce l’ha proprio con me. Gli altri mi guardano un po’ invidiosi e mi dicono:
- Ma tu conosci Gerry Bellotto?
E io:
- Certo.
A fine pranzo, la Celebrità esce. Io sto ingozzando una tagliata, portata tardi e malcotta. Mi scade l'ora d'aria, devo sbrigarmi. Lui mi si avvicina, e mi risaluta. Arrossisco, mi sollevo da terra, farfuglio stupide banalità sull'attesa del suo prossimo show, dette però col cuore. La lingua è secca, la salivazione azzerata, l'incarnato paonazzo, la vena della tempia mi scoppia.
A quel punto accade qualcosa. La gratificazione per il secondo cenno di attenzione in un'ora si incrina, si vela. Il fatto è che al mio fianco siede una graziosa fanciulla. Di aspetto gradevole, di modi gentili, di sorriso coinvolgente. E' a quel punto che mi viene come un flash. E se fosse che...? Il flash si stempera nella dura realtà. La Celebrità mi saluta con degnazione, quasi porgendomi la mano per il bacio dell'anello. E poi colpisce la puella, con occhio giaguaro e modi suadenti.
- Ciao, ma lo sai che sei un angelo venuto dal… dal…
Io guardo Gerry e gli dico:
- Paradiso?
- Sì, paradiso. Ma non ci siamo visti da qualche altra parte?
La giovine è visibilmente emozionata, confusa, felice ma svagata, crede di sognare, capisce e non capisce. Ma, appunto, la verità è che era la prima volta che la vedeva. Realizzo in diretta, quindi, che si tratta di una duplice, sapiente, elegante, magistrale presa per i fondelli. Diretta anzitutto verso di me, ingenuo villico strumentalizzato, mediocre lettore di copertine, provincialmente attaccato alla notorietà, alla rozza vanità di poter dire "lo conosco, c'ho parlato". Brutta bestia l'ignoranza, è proprio vero che fa la differenza tra il suddito e il potente. E poi, sublime, rivolta a lei, alla bionda corteggianda. Lei, investita con cortese decisione, e convinta di una circostanza inesistente. Lei, talmente abbacinata da crederci come a una barzelletta capita male, come a un desiderio potente, come al verosimile più reale del vero. Dovrei essere deluso, voi capirete. Ma invece non è così. Non è così perché anche la più gretta delle vite può essere cambiata dalla forza di un incontro. Perché un gesto d'arte ti può entrare dentro e sconquassare. E io ho visto l'Arte. All'opera, mentre si faceva, letteralmente. L'Arte dell'acchiappo, del "prendi e metti da parte" più garbato, dell'"intanto piglia e porta a casa, non se pò mai sape' ".Un misto di canaglismo, seduzione stile Costa Azzurra e guapperia creativa napoletana. Tutto dosato con grazia, con perizia farmacistica, con precisione distillatoria, da maestro erborista. Io sono ammirato da quest'Arte incarnata in una sola persona. E, pur da lontano, pur guardando al Modello dall'abisso dell'irraggiungibile, mi permetto di chiedere: "come si fa?".

2:28 pm  
Anonymous Anonymous dice...

Se solo fossi brava con i versi, le rime e le metafore in poesia, scriverei un'ode alla profumera.
Chi è la profumera, Gerry? Perché, per noi fanciulle, talvolta l'ars profumera diventa l'atteggiamento migliore, il più divertente, il più rassicurante?
Sperando di mettere presto in pratica con te le mie capacità di profumera ormai mondialmente conosciuta, ti mando un saluto.

Un'ammiratrice

1:03 pm  
Blogger admin dice...

Siamo arrivati addirittura all'ars profumera... Ne chiederei all'Umberto Semiotico una fenomenologia, se fosse disposto a un terzo diario minimo.

4:06 pm  

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